PENSIERI DI UN NONNO….GIOVANE VOLONTARIO DAL 1973….
Identikit di  “volontariato”.
  • Un’arte bella perché capace di donare e ricevere gioia.
  • Un’arte da coltivare per riaccendere il nostro sofisticato amor proprio e, so per cento, fa anche bene.
Attenendomi alla definizione classica, “VOLONTARIO” è colui che presta la propria opera senza contropartite.

Definizione a, ragion veduta, stretta e generica e sul tracciato di tale formulazione e della mia esperienza aggiungo: volontario è la persona appassionata nel ruolo di  umile, sincero ed affezionato aiutante non solo in occasioni di eventi culturali, sociali, sportivi …. ma collocato in un programma di ampio respiro solidaristico.

Volontario come “valore aggiunto” infatti, l’opportunità di sentirsi libero da orari, da condizioni di lavoro, da impegni familiari o di studio, il suo tempo libero lo riversa e lo riempie nel volontariato perché non diventi vuoto, ozioso e vizioso. Per esempio, io faccio corpo con la squadra di calcio GSO Aurora Trescore, vivo l’appartenenza, come dovere e con una fierezza di legittimo orgoglio. Così come le tante donne e uomini che offrono un notevole ed importante sostegno alla tenuta dell’attività delle nostre associazioni.

Ecco perché il volontario  non vive per se stesso: non produce servizi, non apre sportelli, al contrario è coerente con se stesso, è pronto a sostenere lo scoraggiato, a donare un sorriso al triste, ad infondere coraggio al più fragile, ma anche calmo e sereno nello svolgere un’azione di richiamo al bullo.

I ragazzi di oggi sono semplicemente figli del loro tempo, tecnico, tecnologico, virtuale, poca spiritualità  e perciò, una bella fascia, vittime che non possono e non riescono, se non a tratti, a conservare quel poco di socialità che, da sempre, è il motivo primo di ogni giovinezza. Per aiutare questi giovani serve convogliare gli sforzi a partire dai genitori, in questo doveroso accompagnamento dei figli, dagli insegnanti, dagli operatori pastorali, dall’associazione ben definita dal lavoro che fa, ma soprattutto dai valori che vive e trasmette, dal volontario che mira a sviluppare i valori etici e culturali dei giovani, se non si vuole che si trasformino in robottini, standard perfetti, ma aridi nel cuore e nello spirito.

Ragazze, ragazzi, giovani, adulti le  strade sono tracciate e ben visibili, se, qualcuno si farà avanti, il volontariato si consoliderà e si svilupperà ancor più verso obiettivi di alta qualità  umana e alta coscienza sociale. Per esperienza debbo anche affermare che, la memoria del bene donato e ricevuto, reca una profonda pace nel cuore e alimenta l’anima di amore.

GI/MU